L’attività di suonatore di strada prosegue, affiancata a quella di pittore di insegne in un magazzino dellca catena in franchising di vendita di tappeti Allied Carpets. Dopo tre mesi, il titolare chiede a Joe: “Hai intenzione di fare questo lavoro stabilmente?”. Lui gli risponde: “Mi stai prendendo per il culo?”. Per tutta risposta lo spediscono a tagliare tappeti.
L’equilibrio sottile della vita da hippie e lavoratore precario si rompe nell’aprile del 1972. Joe e Tymon avevano incontrato al parco un ragazzo di origini caraibiche, che viveva per strada “in condizioni pietose”. Dunque lo portano nella casa di Ridley Road e gli offrono ospitalità. “Appena il padrone di casa si è accorto che nella casa c’era un ragazzo nero – ha raccontato Joe a Jon Savage che si stava documentando per scrivere “Il sogno inglese” – ha cercato di bloccarci i sussidi di disoccupazione. Poi siamo stati sfrattati”. L’evento è di una violenza traumatica: una squadra di teppisti assoldata dal proprietario dell’appartamento fa irruzione in casa e comincia a picchiare tutti quelli che c’erano, buttandoli fuori con le loro cose. “Il proprietario – dirà ancora Joe – doveva avere allungato ai poliziotti una bustarella. È lì che ho iniziato a capire cos’è realmente la cosiddetta giustizia. La nostra roba gettata in strada e i poliziotti lì a riderci in faccia”.
Joe fino a questo momento aveva vissuto da giovane sbandato ma tutto lascia intendere che in qualche modo era fiducioso delle regole fondamentali. Lo conferma il fatto che, durante lo sgombero, tiri fuori la copia del Rent Act, la legge sugli affitti in vigore dal 1965 nel Regno Unito, per fare le sue rimostranze e dire che quanto stava succedendo era illegale. Un poliziotto gli risponde: “Non venire a raccontare a me come funziona la legge, ragazzino”. Continue reading “10. Quando bussano alla porta…”
Commenti recenti