By admin on 15 ottobre 2012
La casa di Chippenham Road
Sembra un periodo relativamente sereno per il cantante dei Vultures: vive a stretto contatto con la sua nuova band, condivide volentieri coi suoi amici il salario da becchino e si appassiona alle poesie di Dylan Thomas. Ogni tanto percorre le dieci miglia che separano Newport da Cardiff, dove vive Deborah, ma trova che si diventata troppo “severa”. Il lavoro al cimitero non va per il meglio, non è roba sua scavare fosse profonde quasi due metri e dunque viene destinato alla pulizia delle tombe.
Il suo amico Tymon Dogg viene a trovarlo da Londra e lo trova al cimitero, in compagnia degli altri scavafosse, a bere tè. “Lo chiamavano Johnny – racconta Tymon a Chris Salewicz – Credo lo trovassero un po’ lento sul lavoro, visto che non era interessato alle lapidi e alle discussioni di questo tipo, sapevano che era un tipo diverso”. Joe non era un grande bevitore, a questo punto della sua vita, anzi – raccontano gli amici dell’epoca – disprezzava i fattoni e gli hippie che scroccavano. Pare sperimenti anche nuovi nomi d’arte: tra di essi Johnny Caramello e Rooney.
Nei primi mesi del 1974, poi, Mickey Foote ha il problema di scrivere la sua tesi per la scuola d’arte. Il tema è la “pop music”. Il lavoro viene appaltato a Joe, che gira sempre con la macchina da scrivere e che ha facilità di scrittura. Tuttavia, nel maggio di quell’anno torna a Londra: “Avevo capito che a Newport non sarebbe successo nient’altro – avrebbe spiegato – Il nostro chitarrista voleva andare a vivere in campagna con una donna e la cose nel gruppo non funzionavano più. Così, ho deciso di lasciare Newport”. Continue reading “14. Il ritorno a Londra”
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By admin on 12 ottobre 2012
Secondo la leggenda che lui stesso ha contribuito ad alimentare raccontandosi a spizzichi e bocconi nelle interviste del periodo dei Clash (i quali erano apertissimi a parlare e incontrare i fan ma molto oculati nella narrazione di se stessi alla stampa), a Newport Joe/Woody lavora, tra le altre cose, anche come becchino guadagnando 15 sterline e mezzo a settimana.
Nei primi mesi del 1973, quando è alla ricerca di una stanza da qualche parte, incontra Alun Jones, soprannominato dai più Jiving Al. Si tratta di un bassista che suona in una band chiamata Rio Off Park All Stars, che aveva in repertorio le cover dei classici del rock’n’roll. Il caso vuole che Al e Rob Haymer, il chitarrista della band, abbiano intenzione di formare un’altra band. Trovato il batterista, selezionano un addetto alle pompe funebri di nome Jeff Cooper, si mettono alla ricerca del front-man. Al sa che il suo coinquilino è ancora alle prime armi con la chitarra e non conosce bene l’arte di usare la voce, ma ne apprezza molto la determinazione. Il gruppo ha un batterista ma non la batteria e Joe dissipa ogni dubbio proponendo una sorta di baratto: “Io ho una batteria, ve la faccio usare se mi fate cantare”.
Siamo già in autunno, è il 23 ottobre, quando Joe scrive al vecchio amico Paul Buck (aka Pablo Labritain) dicendogli che canta ma che non gli lasciano ancora suonare la chitarra perché “non muove le dita abbastanza rapidamente”. Poi racconta i concerti del debutto. Dalla lettera si coglie l’attenzione di Joe per l’immagine e per la reazione del pubblico. Continue reading “13. Il debutto sul palco”
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