Il 18 novembre del 1975, l’astro nascente del rock americano Bruce Springsteen sbarca a Londra. Terrà due concerti all’Hammersmith Odeon, per promuovere “Born To Run”, il suo terzo album. Joe Strummer va a vedere il primo concerto, questo:
Rimane impressionato dallo show di tre ore e dalla carica del ragazzo di Asbury Park, nel New Jersey, che è stato definito “il futuro del rock’n’roll”. Al momento, i 101’ers hanno una scaletta di trenta canzoni per circa novanta minuti, dunque suonano più della media degli altri gruppi pub-rock.
Tuttavia, Springsteen riesce a unire l’epica del rock’n’roll alle storie minime di strada, ed è difficile non pensare all’operazione analoga che faranno i Clash, trattando Brixton e Notting Hill, i loro quartieri londinesi, come il Boss parla di New Jersey e provincia americana. Quello che il rhythm and blues rappresenta per quest’ultimo, il reggae diventerà per Strummer e soci, influenzati dai ritmi della musica migrante della capitale coloniale. Non è un caso che in questo periodo, soprattutto in prova, i 101’ers si cimentano con i primi pezzi reggae e dal vivo qualche volta suonano “Israelites”, un classico della musica giamaicana di Desmond Dekker. Continue reading “20. Il rhythm and blues di Brixton è il reggae”
L’incontro tra Bernie Rhodes e Mick Jones al concerto del 101’ers mette in moto le cose. Quest’ultimo viene introdotto assieme a Tony James nella sala prove dei futuri Sex Pistols, dove trovano anche Malcolm McLaren. Quest’ultimo porta i due a mangiare in un ristorante cinese e gli dice che presto un gruppo irromperà sulla scena e sconvolgerà improvvisamente le categorie tradizionali.
Quando Bernie propone a Jones&James di diventare il manager del loro gruppo pone subito la questione del nome. Per Mick, il nome London SS è semplicemente un modo per manifestare nichilismo e provocare i benpensanti, ma Bernie (che è di origini ebraiche e ha già litigato con Malcolm McLaren per la disinvoltura dei Pistols nel mostrare svastiche e ninnoli simili al solo fine di scandalizzare il prossimo) lo convince del fatto che tutte quelle implicazioni col nazismo sono sconvenienti e poco spiritose. E che, soprattutto, quello che ha scelto non è un nome adatto a una band che vuole assumere il punto di vista “della strada” invece che quello “dei borghesi”.
Così, piazzano un annuncio su Melody Maker per cercare un cantante e un batterista, definendosi una gruppo di “rock’n’roll decadente di terza generazione” e indicando i New York Dolls come influenza principale. Mick vive ancora ad Highgate con la nonna, mentre Tony sta nell’estrema periferia di Twickenham. Ogni pomeriggio ci mette due ore di bus per andare a casa di Mick e assieme a lui sedersi impaziente davanti al telefono in attesa che gli elementi interessati a suonare con loro si facciano vivi. Risponde una mezza dozzina di persone, tra di esse anche un ragazzotto di Manchester di nome Steven Patrick Morrissey, che tra qualche anno diverrà famoso con i suoi Smiths. Continue reading “19. I tre quarti dei Clash”
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.
Commenti recenti