L’incontro tra Bernie Rhodes e Mick Jones al concerto del 101’ers mette in moto le cose. Quest’ultimo viene introdotto assieme a Tony James nella sala prove dei futuri Sex Pistols, dove trovano anche Malcolm McLaren. Quest’ultimo porta i due a mangiare in un ristorante cinese e gli dice che presto un gruppo irromperà sulla scena e sconvolgerà improvvisamente le categorie tradizionali.
Quando Bernie propone a Jones&James di diventare il manager del loro gruppo pone subito la questione del nome. Per Mick, il nome London SS è semplicemente un modo per manifestare nichilismo e provocare i benpensanti, ma Bernie (che è di origini ebraiche e ha già litigato con Malcolm McLaren per la disinvoltura dei Pistols nel mostrare svastiche e ninnoli simili al solo fine di scandalizzare il prossimo) lo convince del fatto che tutte quelle implicazioni col nazismo sono sconvenienti e poco spiritose. E che, soprattutto, quello che ha scelto non è un nome adatto a una band che vuole assumere il punto di vista “della strada” invece che quello “dei borghesi”.
Così, piazzano un annuncio su Melody Maker per cercare un cantante e un batterista, definendosi una gruppo di “rock’n’roll decadente di terza generazione” e indicando i New York Dolls come influenza principale. Mick vive ancora ad Highgate con la nonna, mentre Tony sta nell’estrema periferia di Twickenham. Ogni pomeriggio ci mette due ore di bus per andare a casa di Mick e assieme a lui sedersi impaziente davanti al telefono in attesa che gli elementi interessati a suonare con loro si facciano vivi. Risponde una mezza dozzina di persone, tra di esse anche un ragazzotto di Manchester di nome Steven Patrick Morrissey, che tra qualche anno diverrà famoso con i suoi Smiths.
Bernie è impegnato in una specie di corsa contro il tempo con la band dell’amico-rivale Malcolm. Trova ai due una sala prove, li convince a fatica a targliare i capelli e continua a dar loro suggerimenti. Sostiene che, come ogni artista, devono dotarsi di una specie di carta d’intenti. Gli suggerisce di non leggere riviste musicali, pubblicazioni che Mick ama molto e che si fa inviare dagli Stati Uniti da sua madre, e gli mette in mano la Recherche di Proust e libri d’arte moderna.
Viene testato un batterista di nome Nick “Topper” Headon, il quale però è già impegnato con un gruppo soul che ha già della date fissate (il che significa che possono pagarlo) e rinuncia all’offerta di entrare nella band. Alla sala prova capita per caso anche un giovane biondino e smilzo di Brixton di nome Paul Simonon, uno che non perde mai la calma senza motivo da vero rude boy, che ha passato un anno della sua infanzia a Siena al seguito della madre e che ha accompagnato il padre a volantinare per il comunisti quando era ragazzino. Lo mettono davanti al microfono e questi canta in loop per dieci minuti “Roadrunner” dei Modern Lovers dicendo “Radio One” invece di “Roadrunner”.
L’incontro tra Bernie Rhodes e Mick Jones al concerto del 101’ers mette in moto le cose. Quest’ultimo viene introdotto assieme a Tony James nella sala prove dei futuri Sex Pistols, dove trovano anche Malcolm McLaren. Quest’ultimo porta i due a mangiare in un ristorante cinese e gli dice che presto un gruppo irromperà sulla scena e sconvolgerà improvvisamente le categorie tradizionali.
Quando Bernie propone a Jones&James di diventare il manager del loro gruppo pone subito la questione del nome. Per Mick, il nome London SS è semplicemente un modo per manifestare nichilismo e provocare i benpensanti, ma Bernie (che è di origini ebraiche e ha già litigato con Malcolm McLaren per la disinvoltura dei Pistols nel mostrare svastiche e ninnoli simili al solo fine di scandalizzare il prossimo) lo convince del fatto che tutte quelle implicazioni col nazismo sono sconvenienti e poco spiritose. E che, soprattutto, quello che ha scelto non è un nome adatto a una band che vuole assumere il punto di vista “della strada” invece che quello “dei borghesi”.
Così, piazzano un annuncio su Melody Maker per cercare un cantante e un batterista, definendosi una gruppo di “rock’n’roll decadente di terza generazione” e indicando i New York Dolls come influenza principale. Mick vive ancora ad Highgate con la nonna, mentre Tony sta nell’estrema periferia di Twickenham. Ogni pomeriggio ci mette due ore di bus per andare a casa di Mick e assieme a lui sedersi impaziente davanti al telefono in attesa che gli elementi interessati a suonare con loro si facciano vivi. Rispose una mezza dozzina di persone, tra di esse anche un ragazzotto di Manchester di nome Steven Patrick Morrissey, che tra qualche anno diverrà famoso con i suoi Smiths.
Bernie è impegnato in una specie di corsa contro il tempo con la band dell’amico-rivale Malcolm. Trova ai due una sala prove, li convince a fatica a tagliare i capelli e continua a dar loro suggerimenti. Sostiene che, come ogni artista, devono dotarsi di una specie di carta d’intenti. Gli suggerisce di non leggere riviste musicali, pubblicazioni che Mick ama molto e che si fa inviare dagli Stati Uniti da sua madre, e gli mette in mano la Recherche di Proust e libri d’arte moderna.
Viene testato un batterista molto dotato di nome Nick “Topper” Headon, il quale però è già impegnato con un gruppo soul che ha già della date fissate (il che significa che possono pagarlo) e rinuncia all’offerta di entrare nella band. Alla sala prova capita per caso anche un giovane biondino e smilzo di Brixton di nome Paul Simonon, uno che non perde mai la calma senza motivo (da vero rude boy), che ha passato un anno della sua infanzia a Siena al seguito della madre e che ha accompagnato il padre a volantinare per il comunisti quando era ragazzino. Lo mettono davanti al microfono e questi canta in loop per dieci minuti “Roadrunner” dei Modern Lovers dicendo “Radio One” invece di “Roadrunner”.
Ne consegue che per il momento, si decide che alla voce ci sarà Mick. In pratica, in quell’autunno del 1975, tre quarti dei futuri Clash si sono già conosciuti. Manca solo Joe Strummer. [19. continua qui]
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