I 101’ers avevano trovato stabilità di formazione e solidità musicale con l’ingresso del chitarrista Clive Temperley. Nel frattempo il batterista Richard “Dudanski” Nother, tornò allo squat di Chippenham Road nel dicembre del 1974 assieme alla sua nuova compagna Esperanza Romero, una ragazza spagnola. Dopo Esperanza, arriva a Londra sua sorella Pamela. Joe/Woody la vede e se ne innamora all’istante. La porta a vedere Chuck Berry e Lou Reed. I due faranno coppia fissa per un paio d’anni. Pamela (che Paul Simonon ribattezzerà “Palmolive”) diverrà prima una delle Slits (band punk al femminile) e poi, superata la cinquantina, si convertirà al cristianesimo militante. La cosa più strana che mi ricordo è dicembre 1975. Eravamo seduti al piano di sopra nel 101
“Una volta, in quel periodo, ero per strada con altri occupanti a fumare funghetti – racconta Bernard – quando un gruppo di giovani teppisti fece irruzione e cominciò a rubare e distruggere tutto. Eravamo troppo sballati per reagire, fino a quando la mia collezione di pipe e narghilè venne distrutta, così abbiamo avuto un confronto per le scale e avuto la peggio. Allora abbiamo mandato uno dei nostri alla sala da tè a chiedere aiuto. Nel frattempo eravamo riusciti a condurre i teppisti fuori. Pochi secondi dopo si verificò una scena incredibile: dieci o quindici hippies e squatter correvano verso di noi, come la cavalleria! E chi guidava la carica? Woody/Joe, naturalmente”.
C’è un problema: le sorelle Romero sono clandestine. Il modo più semplice per ottenere un permesso di soggiorno è sposarsi a un cittadino britannico. Così, Richard sposa Esperanza. Ma Joe ha un problema: è già sposato con una cittadina sudafricana che aveva bisogno dei documenti e che gli diede 120 sterline per il matrimonio. Con quei soldi, Joe aveva acquistato la sua Fender Telecaster, influenzato da Wilko Johnson dei Dr. Feelgood. Alla fine, dunque, fu Pat, il fratello di Richard, a sposare Pamela.
La relazione con Pamela consente a Joe di aprirsi un po’. Le racconta del suicidio di suo fratello e del fatto che se David aveva scelto la morte, lui avrebbe vissuto la vita intensamente e fino all’ultimo. Comincia a scrivere canzoni per il gruppo. La prima, forse non a caso, è una canzone d’amore, si intitola “Keys To Your Heart”.
Poi arrivarono “Mr Sweety of the St Moritz”, che era un omaggio ironico e ultra-ballabile al proprietario del St. Moritz, un locale a Soho dove i 101’ers avevano suonato un po’ di volte, e “Standing by a Silent Telephone”, che propone il classico tema dell’attesa dell’innamorato di fronte a un apparecchio telefonico che non vuole squillare.
“Queste canzoni – sostiene Chris Salewicz – dimostrano che Joe stava già provando tutto quello che poi avrebbe realizzato coi Clash: la strana voce dissonante e burbera, la chitarra ritmica tagliente, le divagazioni ironiche”. [17. continua qui]
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