Sembra un periodo relativamente sereno per il cantante dei Vultures: vive a stretto contatto con la sua nuova band, condivide volentieri coi suoi amici il salario da becchino e si appassiona alle poesie di Dylan Thomas. Ogni tanto percorre le dieci miglia che separano Newport da Cardiff, dove vive Deborah, ma trova che si diventata troppo “severa”. Il lavoro al cimitero non va per il meglio, non è roba sua scavare fosse profonde quasi due metri e dunque viene destinato alla pulizia delle tombe.
Il suo amico Tymon Dogg viene a trovarlo da Londra e lo trova al cimitero, in compagnia degli altri scavafosse, a bere tè. “Lo chiamavano Johnny – racconta Tymon a Chris Salewicz – Credo lo trovassero un po’ lento sul lavoro, visto che non era interessato alle lapidi e alle discussioni di questo tipo, sapevano che era un tipo diverso”. Joe non era un grande bevitore, a questo punto della sua vita, anzi – raccontano gli amici dell’epoca – disprezzava i fattoni e gli hippie che scroccavano. Pare sperimenti anche nuovi nomi d’arte: tra di essi Johnny Caramello e Rooney.
Nei primi mesi del 1974, poi, Mickey Foote ha il problema di scrivere la sua tesi per la scuola d’arte. Il tema è la “pop music”. Il lavoro viene appaltato a Joe, che gira sempre con la macchina da scrivere e che ha facilità di scrittura. Tuttavia, nel maggio di quell’anno torna a Londra: “Avevo capito che a Newport non sarebbe successo nient’altro – avrebbe spiegato – Il nostro chitarrista voleva andare a vivere in campagna con una donna e la cose nel gruppo non funzionavano più. Così, ho deciso di lasciare Newport”.
Si precipita immediatamente al 23 di Chippenham Road, nel quartiere centrale di Maida Hill. È una casa che il London Student Housing destina a studenti a canoni popolari. Qui vive Tymon con altre vecchie conoscenze gravitano diversi personaggi. Tra questi, ci sono anche i membri di Alberto y los trios paranoias, un gruppo di rock demenziale ante-litteram che di lì a poco (col pezzo “Anadin”) si sarebbero presi gioco di Lou Reed e di altri mostri sacri del rock (e persino dei Clash, una volta divenuti famosi).
Chippenham Road era una delle strade-chiave della Londra delle occupazioni di case. Circa trecento persone, solo su questa via, vivevano in squat. Molti di questi edifici erano stati acquistati da immobiliari, destinati alla demolizione e alla speculazione edilizia. Nel frattempo è una specie di zona autonoma dove vivono tanti giovani, grazie al mix temporaneo tra facilità di occupare e sussidio di disoccupazione che permetterà la nascita di tante band e la nuova ondata del rock inglese della metà degli anni Settanta. [14.continua qui]
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